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n Viaggio tra Cultura, Natura e Meliponicultura nel Cuore del Costa Rica

Nel cuore pulsante del Costa Rica, dove la natura selvaggia incontra l’eredità culturale, Romano Salazar Gigli si distingue come un avvocato con una passione unica: la protezione delle api. Nato e cresciuto con una profonda influenza italiana, Romano ci racconta come le tradizioni e i valori della sua famiglia abbiano modellato la sua visione del mondo e alimentato la sua dedizione alla meliponicultura.

In questa intervista esclusiva, scopriamo come la sua infanzia immersa nella cultura italiana, con la lingua, la musica e la cucina, abbia influenzato le sue scelte di vita e professionali. Dal suo meliponario, un vero e proprio santuario per le api native senza pungiglione, Romano ci rivela le sfide e le soddisfazioni di questo affascinante mondo. Inoltre, condivide con noi momenti personali toccanti e il suo impegno a creare un futuro sostenibile per questi indispensabili impollinatori.

Non perdere l’occasione di conoscere leggendo questa intervista esclusiva a Romano Salazar Gigli, un uomo che ha saputo unire tradizione e innovazione, diritto e natura, per fare la differenza nel mondo delle api e oltre.

Intervista

In che modo la ricca eredità italiana ha influenzato la sua visione del mondo e la sua decisione di dedicarsi alla protezione delle api?

La cultura italiana è una parte essenziale della mia vita, a casa si parla italiano fin da quando ero bambino, i pasti sono sostanzialmente alla base di ingredienti e/o ricette italiane, la musica è una parte importante della vita quotidiana così come il tifo in famiglia negli eventi sportivi in cui c’è presenza tricolore, RAI International è un canale d’obbligo a casa nostra e ci tiene informati sugli eventi di attualità in Italia. Professionalmente, come avvocato, è inevitabile rimanere legati alla culla del diritto e ai contributi dottrinali che sorgono periodicamente.

In che modo la sua passione per le api è influenzata dall’amore per la natura e per la biodiversità del Costa Rica?

Il ricco patrimonio culturale che ho ereditato dalla mia famiglia materna ha fortemente influenzato la nostra visione del mondo e della vita. Abbiamo imparato ad apprezzare l’arte, la gastronomia, i profumi, i sapori e le tradizioni culinarie. L’importanza delle api e del miele nelle civiltà antiche ha lasciato il segno anche nell’antica Roma e quindi nella Storia, quei rapporti, uniti all’esuberanza offerta dalla Natura in Costa Rica e all’amore innato che ho per le piante, gli alberi e gli animali, mi hanno portato ad approfondire la conoscenza e l’amore per le api native senza pungiglione, che sono di gran lunga gli impollinatori per eccellenza delle nostre foreste tropicali. E, coincidenza o modello comune, anche le grandi civiltà mesoamericane sono state influenzate dalle api, dai benefici del miele e dalle loro rappresentazioni magico-religiose.

Passando dalla professione legale alla meliponicultura, qual è stato il momento chiave che ha scatenato la sua passione per le api?

Sono sempre stato appassionato di animali, foreste, fiumi e montagne. Mi piace molto fare escursioni, raccogliere semi e osservare la fauna selvatica in tutte le sue manifestazioni. Quando sono rimasto vedovo nel 2010, mi sono trovato a fare fronte con due figlie di 3 e 5 anni e un dolore immenso nell’anima, ho deciso che era il momento giusto per cercare un’attività che mi generasse pace interiore, che mi riempisse di entusiasmo, che mi permettesse anche di avere un contatto con la Natura e condividere del tempo di qualità con le mie bambine, distraendomi dalla sofferenza del lutto e dallo stress quotidiano generato dal lavoro come avvocato specialista in diritto penale. Avevo già iniziato a studiare i Meliponini e avevo i miei primi alveari, così decisi di approfondire la ricerca e lo studio, di dedicarmi alla meliponicoltura con serietà e più dedizione.

La sua collezione di api è una delle più grandi e variegate al mondo. Cosa l’ha ispirata a iniziare questa collezione e quali sono le specie più rare che possiede?

Quando ho iniziato a studiare ulteriormente le specie autoctone senza pungiglione, mi sono reso conto che le informazioni disponibili erano molto scarse e poco chiare. C’era un alone di segretezza e disinformazione. Lì ho deciso che mi sarei dedicato a conoscere tutto ciò che potevo su questi meravigliosi insetti, a salvare alveari vulnerabili o in via di estinzione, a conservare la loro diversità, a promuovere e facilitare la ricerca scientifica sulla loro biologia e l’interazione con altre specie animali e vegetali all’interno del loro habitat, a far conoscere la loro importanza e trascendenza nell’economia, nella medicina, nell’arte e nelle tradizioni delle diverse culture preispaniche. Per quanto riguarda le specie, ne ho circa 32 diverse, le più rare potrebbero essere la Geotrigona acapulconis (api che costruiscono il loro nido sottoterra a più di 2 metri di profondità) e la Melipona fallax (l’ape senza pungiglione più grande del mondo), tuttavia tutte le specie hanno il loro fascino e le loro caratteristiche speciali.

Come crede che la sua educazione e cultura italiana abbiano contribuito alla sua profonda comprensione e rispetto per la natura e per le api in particolare?

La curiosità, il desiderio di approfondire la conoscenza, di non accontentarsi di spiegazioni superficiali, il significato e l’importanza della famiglia (l’alveare), sono tutti valori molto italiani che hanno guidato la mia determinazione a contribuire allo studio delle api, promuoverne la conservazione attraverso pratiche responsabili e generare conoscenza, che è la base per poter rafforzare e ristabilire popolazioni di successo di questi meravigliosi impollinatori nativi dei tropici.

Il Bee World-Meliponario Álvaro Wille Trejos è un santuario unico per le api senza pungiglione. Qual è la sua visione per il futuro di questo santuario e come intende espandere la sua missione educativa?

L’idea è quella di rafforzare BEE WORLD, non solo come il santuario delle api autoctone senza pungiglione con la più grande diversità di specie, ma anche di rafforzare il suo ruolo come centro di ricerca scientifica, consentendo a specialisti e studenti di studiare in situ la biologia delle diverse specie e le loro relazioni con la foresta e le culture autoctone; senza trascurare le proprietà biochimiche del loro miele. Lavoriamo sodo per costruire alleanze strategiche con università nazionali e straniere per raggiungere questi ambiziosi obiettivi. Allo stesso modo, amplieremo l’offerta di laboratori e corsi di meliponicoltura, con l’obiettivo di educare il pubblico in modo che impari a conservare e proteggere questi insetti che si sono co-evoluti con i nostri alberi, piante, arbusti e viti, sviluppando una specializzazione che li rende i migliori e più efficienti impollinatori delle giungle e dei sistemi forestali dell’area.

Infine, in che modo la meliponicultura e la sua collezione di api hanno arricchito la sua vita personale e professionale?

La meliponicoltura è un’attività affascinante, ci insegna il valore del lavoro collettivo, l’importanza della comunità per ciascuno degli individui e viceversa. Osservare le api al lavoro, sia all’esterno che all’interno del nido, osservare la regina deporre le uova, le operaie che preparano le nuove celle e i vasi di miele, guardare come nascono i nuovi membri dell’alveare e come sono distribuiti i loro compiti, osservarli nei fiori raccogliendo nettare e polline e poi tornare dalla loro famiglia per collaborare e contribuire a beneficio del gruppo, È una lezione di vita familiare e soprattutto un esempio di convivenza nella società. Studiare le api è un apprendimento quotidiano per tutti gli aspetti dell’esistenza umana.

Crediti

L’intervista è stata realizzata da Giuseppe Cacace. La parte organizzativa e il contatto con il dottor Romano Salazar Gigli sono avvenuti grazie alla vicepresidente del Com.It.Es, Paola Ceccon.

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